La Chiesa Oratorio di San Marco a Corigliano-Rossano
Calabria da scoprire...
scritto da Pugliese il 11-07-2024 12:00
La piccola chiesetta oratorio di San Marco sorge su uno sperone tufaceo all'estremità sud-est del centro storico dell'area urbana di Rossano a Corigliano-Rossano, in provincia di Cosenza, e al pari della Cattolica di Stilo è considerata uno dei massimi esempi di architettura religiosa bizantina in Calabria. Fu edificata nella zona che anticamente veniva chiamata "Graecìa", sovrastante un’ampia area costellata di laure eremitiche scavate nel tufo dove vivevano i monaci in maniera appartata e austera. L’esatta datazione di questo gioiello architettonico non si conosce a causa della scarsità di fonti storiche, ma si può ritenere verosimilmente che oscilli tra il IX e il X secolo, periodo nel quale Rossano visse una fase di splendore sociale, artistico e culturale sotto il dominio bizantino, tanto da farle attribuire l’epiteto di “Ravenna del Sud”. La tradizione vuole che fu fatto costruire a proprie spese da Euprassio, protospatario della Calabria, e originariamente era dedicato a sant'Anastasia e destinato ad uso monastico femminile. Fu affidato successivamente a San Nilo che, trovandolo in stato di abbandono, si adoperò a restaurarlo, dandogli l'attuale connotazione. Con San Nilo la chiesa visse una nuova vita diventando oratorio e fu utilizzato dai monaci eremiti, che vivevano nelle sottostanti grotte di tufo, per le preghiere comunitarie, per la meditazione, per i canti corali, e soprattutto per la lettura dei testi sacri. Durante l'Ottocento venne utilizzata come cimitero per i colerosi, come dimostra il ritrovamento di una fossa comune scavata per contenere i cadaveri e che, insieme ad un'altra fossa, la quale invece doveva essere una sorta di passaggio segreto che conduceva direttamente alla Cattedrale di Rossano e quindi fungeva da via di fuga, hanno minato la stabilità dell’edificio. Probabilmente il mistero che aleggia intorno alle origini, nonché le incertezze riguardo la primitiva funzione dell’edificio, hanno contribuito a conferire fascino a questa splendida chiesetta arroccata sulle rocce. Nell'edificio sono presenti due corpi: una parte originaria che propone la forma architettonica delle piccole chiese bizantine edificate a Bisanzio già a partire dai primi decenni del IX secolo (mentre in Calabria arrivarono un secolo dopo) ed il vestibolo aggiunto posteriormente, probabilmente dopo il XV secolo. Di forma quadrata e pianta a croce greca, con cupola centrale e quattro volte intorno, tipicamente bizantine, la chiesa di San Marco presenta anche monofore laterali e quattro pilastri che reggono la cupola centrale terminanti con capitelli ornati. Questa tipologia di edificio è molto rara nell’Italia meridionale, e forse proprio per la particolarità di avere ben cinque cupole cilindriche merita di venire appellata come “Il Piccolo San Marco di Venezia”. Ma ciò che più incanta il visitatore fin dal primo sguardo è la facciata orientale movimentata dalle tre absidi semicircolari che appaiono come una naturale prosecuzione della roccia sulla quale poggiano, anzi, sembrano quasi nascere dalla roccia stessa, e tale illusione viene accentuata dall’assenza di colore della superficie muraria essendo questa costituita da sassi e calce ricoperti di intonaco. Infine ciascuna abside è alleggerita da piccole finestre bifore a transenna di stucco che conferiscono fascino e grazia all’esterno dell’edificio. L'interno dell'oratorio è diviso in nove riquadri da quattro pilastri ciascuno e sul riquadro centrale e su quelli angolari si levano le cupole mentre su quelli che formano i bracci della croce sono presenti le volte a botta. Recenti restauri hanno consentito di ritrovare alcuni pezzi scultorei come la mensa d'altare dal bordo decorato a motivi geometrici, un frammento scultoreo decorato a foglie, un'acquasantiera del XII secolo con un fiorone scolpito a risparmio e tantissimi altri simboli, un coevo capitello e una campana del XVI secolo. Le pareti sono state intonacate e quasi nulla rimane di una decorazione pittorica che originariamente doveva essere molto estesa e forse proprio per questo si rimane ancor più piacevolmente meravigliati nello scorgere i resti ancora visibili due affreschi bizantini, di cui uno raffigurante una Madonna Odigitria col Bambino (dal greco bizantino Oδηγήτρια, colei che conduce mostrando la direzione), risalente al XIII sec., scoperto durante i restauri eseguiti fra il 1926 e il 1931, che per la sua grazia decorativa ci fa per un momento dimenticare che rappresenta, purtroppo, un pezzo superstite di un ciclo ormai perduto che si presume dovesse essere di grande valore artistico. Le alterne vicende che si sono susseguite nel corso dei secoli e che per ultimo, il 21 novembre 2020, hanno visto il crollo del muro di sostegno dell’edificio, minando pericolosamente la sua stabilità, ancora oggi non hanno scalfito il fascino di questo luogo che ancora oggi cattura il visitatore grazie ad un’architettura che incanta per quella fusione armonica tra arte bizantina e arte occidentale che così ben si compenetra con lo splendido scenario naturale che lo circonda. Insieme alle grotte eremitiche presenti in questa zona del centro storico di Rossano (trovate le foto nel post), l’oratorio di San Marco è una meta davvero imperdibile per chiunque voglia riscoprire gli antichi tesori bizantini celati nelle terre della Calabria.
Testo e Foto: Alfonso Morelli
Se sei interessato a vedere altre foto sul Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria oppure se vuoi scoprire curiosità e luoghi che riguardano la Calabria segui:
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